Più passa il tempo e più mi immedesimo con le comparse dei film, tipo lo scagnozzo insignificante dei film di Bud Spencer e Terence Hill che nelle scazzottate le prende in continuazione. Come me una volta, tutti si immedesimano con il protagonista o quantomeno l'antagonista o il cattivo, ecco, io no! Io appartengo a quell'insieme di persone, la maggior parte, che fa da contorno. Che se mancassero tutti insieme niente avrebbe più senso, ma se ne mancasse uno solo nessuno non se ne accorgerebbe. Come se durante una finale di champions league non ci fosse il pubblico o se mancassi solo io. Nessuno se n'è mai accorto effettivamente.
Mi guardo intorno in metropolitana e mi rendo conto che nessuno emergerà dal fango, neanche quelli che incontro sull'autobus sulla Tiburtina che vanno agli studi mediaset a fare i provini credendo di essere carucci. Quelli a cui andrà bene sono quelli che riusciranno ad ottenere una buona posizione lavorativa ma che non faranno comunque 'na lira, continueranno ad appartenere al popolino. In realtà di tutto ciò non me ne frega una mazza, teneteveli i posti alla "comando io". Quello che sto capendo è che non ho smania di posizioni di potere, ma voglio solo vivere una vita interessante, non dico alla Hemingway, sarebbe chiedere troppo. Però sarebbe bello fare tante esperienze, non vacanze o semplici esperienze isolate. Parlo di spostarsi a vivere per anni in posti diversi, conoscere persone e culture differenti vivendole e imparare. Se poi tutto questo potesse essere fatto in accordo con il lavoro sarebbe il massimo. Trovo affascinanti le storie ai limiti del possibile della gente che non conta un cazzo come me. Quelle storie che si raccontano con un sorriso amaro, come a dire "divertente sì, ma preferirei bestemmiare", che di solito raccontano gli azianotti. Chiedo scusa a tutti ma la vita dell'impiegato mi mette tristezza. Forse un giorno racconterò che una volta facevo l'impiegato e per fare una vita di merda mi attraversavo Roma in metro. Giù!
Stiamo tutti cercando di riemergere dal fango, ma lo stiamo facendo nel modo sbagliato.
Mi guardo intorno in metropolitana e mi rendo conto che nessuno emergerà dal fango, neanche quelli che incontro sull'autobus sulla Tiburtina che vanno agli studi mediaset a fare i provini credendo di essere carucci. Quelli a cui andrà bene sono quelli che riusciranno ad ottenere una buona posizione lavorativa ma che non faranno comunque 'na lira, continueranno ad appartenere al popolino. In realtà di tutto ciò non me ne frega una mazza, teneteveli i posti alla "comando io". Quello che sto capendo è che non ho smania di posizioni di potere, ma voglio solo vivere una vita interessante, non dico alla Hemingway, sarebbe chiedere troppo. Però sarebbe bello fare tante esperienze, non vacanze o semplici esperienze isolate. Parlo di spostarsi a vivere per anni in posti diversi, conoscere persone e culture differenti vivendole e imparare. Se poi tutto questo potesse essere fatto in accordo con il lavoro sarebbe il massimo. Trovo affascinanti le storie ai limiti del possibile della gente che non conta un cazzo come me. Quelle storie che si raccontano con un sorriso amaro, come a dire "divertente sì, ma preferirei bestemmiare", che di solito raccontano gli azianotti. Chiedo scusa a tutti ma la vita dell'impiegato mi mette tristezza. Forse un giorno racconterò che una volta facevo l'impiegato e per fare una vita di merda mi attraversavo Roma in metro. Giù!
Stiamo tutti cercando di riemergere dal fango, ma lo stiamo facendo nel modo sbagliato.
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