mercoledì 30 gennaio 2013

Cosa vedere a Doha. Boh?! Qualcuno ha qualche idea?

Si aprono le porte del bus che dall'aereo ti porta all'aeroporto, un tizio da fuori invita a scendere chi ha come ultima destinazione Doha e scendiamo in tre. Basterebbe questo per far capire l'importanza del Qatar come meta turistica. Io ci sono andato per lavoro, quelli che scendevano con me immagino anche, se non per lavoro semplicemente perché hanno una vita lì.
Doha è una città sulla scia di Dubai, non sono mai stato a Dubai, ma credo che i Qatarini stiano facendo in modo di emulare i loro dirimpettai. Un accozzaglia di grattacieli, alberghi superfighi per non si sa chi. Uomini d'affari, macchine costosissime, spreco insensato di energia e snobbismo. Tecnologie all'avanguardia per un popolo che fino a qualche anno fa era composto per lo più da pescatori di perle, il cui unico mezzo di locomozione poteva essere un cammello, mentre oggi se non hai un autotreno sei un povero disgraziato immigrato. Sì perché a Doha i Qatarini del Qatar (come i romani de Roma) sono la minoranza rispetto ai babbani. Infatti Doha conta 900.000 abitanti di cui solo 300.000 sono qatarini. Ovviamente sono gli unici che se la passano bene. Ho conosciuto pochi arabi, tutti mi hanno trattato benissimo e sono sempre stati molto ospitali con me. Ma la prima sensazione che si ha è di un popolo che si sente superiore.
Il Qatar è un chiaro esempio di quando cade la manna dal cielo. Gli americani capiscono come sfruttare una incredibile fonte di energia chiamata petrolio e i Qatarini scendono dal cammello e salgono su un  suv, piegano la tenda, chiudono il fortino e costruiscono un grattacielo. Hanno mantenuto solo le tradizioni religiose. Quando si dice chi ha il pane e non ha i denti. Il risultato della loro fortuna è uno scarabocchio. Supponiamo di avere un bel foglio bianco, tutti i colori del mondo e di voler fare un bel disegno. I qatarini stanno disegnando un pene e neanche fatto bene. Non a caso uno dei simboli è un grattacielo di forma fallica. A parte questo Doha è la città più tranquilla e sicura del mondo, il punto di vista di una persona che ama la tranquillità sarà ovviamente totalmente differente dal mio. Ne ho parlato fin troppo male, a Doha io sono stato bene, quello che voglio dire è che non so se ci vivrei. Non c'è alcol  e non c'è il maiale (e chi è romano sa benissimo quanto conta la pizza con la mortadella nella vita quotidiana), bisogna essere molto attenti alle donne che si guardano (sempre se si ha la fortuna di vederne qualcuna a volto scoperto). Io credo di essermi innamorato almeno un paio di volte delle arabe. In particolar modo di una ragazza che aveva il sorriso più bello che abbia mai visto. Ma come fai ad avvicinare una musulmana? Inizio ad avere idea che anche loro abbiano difficoltà. Ho visto molte situazioni ambigue tra gli uomini. Come si fa a parlare di certe cose se il soggetto è un popolo che usualmente ha matrimoni già apparecchiati e a volte anche in famiglia, tra cugini di primo grado. E allora ritorniamo a pensare alle italiane che sono sicuramente più belle. Ritorniamo a pensare a quella bella simpatica e brillante ragazza di Latina che ho conosciuto sull'aereo mentre tornavo da Doha e lei dall'India e che non è riuscita a finire di vedere una commedia di Bollywood. E al bus che si svuota quando l'omino invita a scendere chi ha come ultima destinazione Roma.




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