lunedì 17 ottobre 2011

Una giornata triste

Oggi è stata una giornata molto triste, non per quanto riguarda me direttamente, ma per alcune cose a cui ho dovuto assistere. Io, purtroppo, lavoro in un posto che generalmente definisco ufficio, ma che realmente è un capannone frequentato anche da qualche topolino alla ricerca di avanzi. Oggi uno di questi topolini era particolarmente spavaldo, infatti se ne andava tranquillamente in giro, arrampicandosi anche a volte sui piedi di qualcuno... La signora delle pulizie, giustamente, anche perché stufa di dover stare sempre a pulire cagatine di topo qui e là, ha deciso di chiamare la derattizzazione. E' stata messa qualche trappola là e qui fino a quando il povero topolino (battezzato, con grande fantasia da un mio collega, come Mickey) non è rimasto incollato ad una delle tavolette collose. Una scena infinitamente triste! Il povero topolino (immaginatevi il topino del film "Il miglio verde") squittiva e cercava, invano, di divincolarsi dalla trappola in tutti i modi. Era talemente spaventato che alla fine se l'è fatta sotto. Tristezza infinita! Alla fine è arrivato "l'acchiappa topi" e io sperando in un compromesso ho provato a far breccia nel suo cuore cercando di evidenziare l'estrema sofferenza e paura che quel povero sorcetto stava provando. Ma la secca e fredda risposta dell'"acchiappa topi" è stata 'meglio a lui che a noi'... Certo perché se non fossimo riusciti a prenderlo saremmo finiti noi incollati alla tavoletta... Va bè ma che mi avrebbe dovuto dire? Infine Mickey è stato infilato ancora vivo e, ovviamente, attaccato alla tavoletta, in una busta dell'immondizia..
I topi, sono animali estremamente intelligenti e sensibili, è veramente un dispiacere vedere un essere soffrire in quel modo.
Come se non bastasse la pietosa scena del topolino socievole, al ritorno sulla metro ho dovuto assistere ad un'altra scena forse anche più toccante. Mentre ero seduto, con lo sguardo perso nel vuoto per la stanchezza, noto una ragazza soffiarsi il naso, niente di strano, fino a quando non vedo spuntare una lacrima. Inzialmente ho pensato ad un'allergia, e invece era evidentemente triste, infatti ha continuato per circa tre fermate. Una scena di una tenerezza infinita, una stangona di due metri tenera come una bambina in lacrime, avrei voluto consolarla come faccio con la mia nipotina di 4 anni. Ho rischiato seriamente di commuovermi anche io... Chissà se piangesse per una persona cara scomparsa, un amore finito o un sogno svanito, il fatto di vederla lì piangere in mezzo a degli sconosciuti ti fa pensare che alla fine quando si soffre si è da soli, si può avere qualcuno vicino, ma certe cose comunque non si posso condividere. Dalle facce della gente attorno si poteva capire chi effettivamente stesse vivendo un momento triste o comunque non felice. C'erano due ragazze e un benzinaio che dimostravano palesemente questo stato d'animo. Avevano la faccia di quelli che avrebbero voluto fare qualcosa.
Io sono dell'idea che i momenti tristi vanno vissuti e non evitati, da questi nella mia vita ho avuto sempre i massimi picchi di crescita come persona. Molta gente cerca altro, distraendosi da ciò che dovrebbe essere vissuto per potersi rendere veramente conto del valore delle cose. Non ci si disintossica da una droga assumendone un'altra. La tristezza e il malessere interiore sono forse i sentimenti più veri che si posso provare, a volte quello che noi definiamo felicità non è altro che assenza di preoccupazioni o momenti tristi. Io credo che essere felici non significhi non essere tristi. Per questo penso che dalla tristezza ci sia tanto da imparare, perché si è certi del sentimento che si sta vivendo. Quello che avrei voluto dire a quella ragazza è di non avere fretta e di non vivere di ricordi, ma di imparare razionalmente dalla propria sofferenza.
Con questo post mi sono proprio sputtanato... a questo punto chiuderei con una frase di Oriana Fallaci che leggevo l'altro giorno da un libro che sta leggendo mia madre.

Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d'una ingiustizia che non t'aspettavi, d'un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po' di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s'accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono.

Oriana Fallaci (Un cappello pieno di ciliege)

p.s.: comunque per esperienza personale devo dire che in Italia su queste cose siamo molto più freddi e distaccati almeno di alcuni paesi del nord Europa. Se la scena di oggi fosse successa in uno di questi paesi ci sarebbe stato un abbraccio collettivo tra tutti quelli del vangone.

3 commenti:

  1. un abbraccio collettivo tra tutti quelli del vangone

    qui da noi qualcuno ne avrebbe approfittato :-P

    RispondiElimina
  2. ps: piano piano leggerò pure tutti i post precedenti :-)

    RispondiElimina