sabato 5 maggio 2012

Probabilmente improbabile

Essendo laureato in matematica (a tal proposito vorrei chiedere scusa a tutti i lettori del blog, che saranno 2/3 compreso me, che soffrono leggendo il mio blog, me ne accorgo benissimo che faccio schifo quando scrivo, però, come ho detto, sono laureato in matematica non in italiano, magari la prossima vita mi prendo una laurea in lettere) nel mio piccolo riesco a farmi qualche conto. Ieri è successa una cosa che se avessi scommesso avrei perso, perché ritengo altamente improbabile. Tutto ha inizio quando, con un mio amico, decidiamo di fare un viaggio per il (come si dice quando si fa festa tra due giorni di festa?) PONTEEEEEEE, del 25 maggio. L'idea iniziale era una capitale scandinava, come Stoccolma, il problema però è che essendoci svegliati tardi, non c'erano voli a prezzi ragionevoli. Allora, riconsiderando la meta, abbiamo capito che in realtà volevamo andare in un posto caldo e "festaiolo". La prima idea è stata Madrid, ma essendoci già stato è stata scartata, anche se è una città che amo e che... su questo ci ritornerò tra un po' se no mi perdo. Allora si è detto Barcellona, ma anche quella già vista. Va be', insomma, alla fine vince Valencia. Passiamo dei piacevolissimi e divertentissimi 4/5 giorni e torniamo a Roma alla monotona vita di tutti i giorni. Valencia è una città molto vivibile, cosa che penso di poter dire di tutte le città spagnole che ho visitato (Madrid, Barcellona, Siviglia, Malaga, Cordoba, Granada). L'unica che ho trovato un po' troppo caotica, e non parlo di vita notturna, è Granada. Il senso di questa storiella è che, ritornato a Roma, mi sono fatto due conti, la Spagna come paese non se la passa meglio di noi, gli stipendi mi pare di aver capito che sono circa come i nostri, l'unica differenza è la qualità della vita, diciamoci la verità, Roma è bellissima così come una Madrid non sarà mai, ma questo è un pregio buono per un turista, dal punto di vista della vivibilità, per quel che mi ricordo, una Madrid vince 10 a 0. La cucina non ha molto da invidiare alla nostra, il traffico medio è paragonabile al traffico romano durante un derby scudetto giocato la sera della vigilia di Natale, il costo della vita è più basso, i servizi (come mezzi pubblici, pulizia della città, sicurezza ecc., anche se l'unica volta che sono stato a Madrid ci fu l'attentato alla stazione di Atocha) sembrano funzionare. Ovviamente la Spagna avrà le sue mancanze che si scoprono solo vivendoci, ma io da turista, generalmente, non posso fare a meno di fare paragoni con la mia città e generalmente riguardano i difetti. Questo perché, gli stessi pregi li ho riscontrati a Valencia. Così tornato a Roma, mi sono chiesto "ma io che sto a fa' qui?", anche se non potrei lamentarmi, avendo un contratto a tempo indeterminato, una casa, la mia famiglia, il clima è piacevole, la città divertente, gli amici ecc. Ma mancano delle cose per vivere bene che invece le città spagnole sembrano offrire. Così ho pensato "vado a vivere a Madrid", un po' perché mi innamorai quando la visitai, un po' perché è la capitale e ho immaginato che ci fossero molte più opportunità di lavoro. Ho cercato informazioni su internet e ho trovato un blog www.vivereamadrid.it, molto carino e pieno di curiosità e informazioni utili difficili da sapere se non si va, da italiani, a vivere lì. La sera esco con alcuni amici e decidiamo di andare alla Locanda Atlantide, che però era vuota, allora optiamo per Angelo Mai. Durante la serata un mio amico incontra una sua amica in compagnia di una ragazza che vive a Madrid e che è proprio la blogger di vivereamadrid.it, che era a Roma per ritirare un premio proprio per il suo blog. Ora calcolare la probabilità di questo incontro credo sia quasi impossibile, perché ci sono molte variabili da considerare e dati che non conosco, come ad esempio quante volte la nostra amica torna Roma, per quanto tempo e che posti/zone frequenta rispetto ai miei. Va poi considerata la probabilità di conoscere l'autrice del blog, il giorno stesso della prima visita al blog. Insomma un fottio di variabili, ma scommetterei che la probabilità che quello che è successo fosse successo è prossima allo zero, anche se, avrei anche scommesso contro la probabilità di questo incontro e come ho detto avrei perso. Quello che è sicuro è che devo lasciar stare il mondo delle scommesse, perché sono convinto delle mie previsioni ma a quanto pare non ho fortuna, c'è sempre quello 0.0000000000000000001 che mi frega. A questo punto mi aspetto un po' di fortuna in amore... Chissà se andando a vivere a Madrid...

2 commenti:

  1. è proprio vero che a volte accadono cose davvero poco probabili, ma credo che questo sia il bello della vita! grazie per avermi citata, un abbraccio da Madrid, Chechi

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  2. ripensandoci, ogni giorno c'è sempre qualcuno che racconta una storia "strana" proprio perché ai limiti della probabilità. Forse l'improbabile non è poi così poco probabile

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